Mobbing sul lavoro: condotte moleste, responsabilità penale e risarcimento
- Avv. Fusco
- 3 gen 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 3 set
Sei vittima di comportamenti ostili e ripetuti sul luogo di lavoro? In questo articolo analizziamo cosa si intende per mobbing, quando è penalmente rilevante e quali sono i diritti del lavoratore, incluso il risarcimento dei danni subiti.
Sommario:
1. Cos’è il mobbing: significato e definizione;
2. Il mobbing secondo la legge: cosa dice l’ordinamento italiano;
3. Quando il mobbing diventa reato;
4. Risarcimento per mobbing: cosa può ottenere il lavoratore;
5. Stalking occupazionale: la nuova frontiera del mobbing
Cos’è il mobbing: significato e definizione
Il termine mobbing deriva dal verbo inglese “to mob” (assalire) e viene usato per descrivere comportamenti vessatori e ripetuti messi in atto all'interno dell'ambiente lavorativo, con l’intento di emarginare o danneggiare psicologicamente un dipendente.
Queste condotte, spesso attuate da superiori o colleghi, mirano a isolare la vittima, screditarla e provocare sofferenze tali da spingerla ad abbandonare il posto di lavoro o a subire gravi danni alla salute.
Il mobbing secondo la legge: cosa dice l’ordinamento italiano
In Italia non esiste una norma penale specifica sul mobbing, ma la giurisprudenza riconosce che una serie di comportamenti molesti, se gravi e sistematici, possono integrare reati già previsti dal Codice Penale, tra cui:
Art. 612-bis c.p. – Atti persecutori (stalking)
Art. 612 c.p. – Minaccia
Art. 572 c.p. – Maltrattamenti contro familiari o conviventi
Art. 610 c.p. – Violenza privata
Art. 582-590 c.p. – Lesioni personali dolose o colpose
In ambito lavorativo, le condotte mobbizzanti possono quindi costituire reati, a seconda della gravità e delle conseguenze prodotte sulla vittima.ose.
Quando il mobbing diventa reato
Perché una condotta venga qualificata come mobbing rilevante anche sotto il profilo penale e civilistico, devono ricorrere specifici elementi:
Comportamenti ostili, reiterati e sistematici, attuati da superiori o colleghi.
Danno alla salute psico-fisica, alla dignità o all’integrità morale del lavoratore.
Nesso di causalità diretto tra i comportamenti e il danno subito.
Intenzionalità persecutoria, ovvero l’obiettivo consapevole di nuocere.
Se questi elementi sono provati, il lavoratore può agire sia in sede penale che civile
Risarcimento per mobbing: cosa può ottenere il lavoratore
Il lavoratore vittima di condotte moleste sul lavoro (mobbing) ha diritto al risarcimento dei danni subiti. Infatti, le condotte mobbizzanti possono dar luogo a profili di responsabilità contrattuale o extracontrattuale.
Stalking occupazionale: la nuova frontiera del mobbing
La Corte di Cassazione ha recentemente riconosciuto che, in alcuni casi, il mobbing può configurare il reato di stalking (art. 612-bis c.p.), definendolo come “stalking occupazionale”.
È il caso in cui:
“Il datore di lavoro attua una strategia persecutoria sistematica, tramite abusi di potere o azioni disciplinari ingiustificate, che causano nella vittima ansia, timore e isolamento, fino a ledere la sua libertà e autodeterminazione.”
In presenza di tali condotte, la vittima può presentare querela e richiedere l’apertura di un procedimento penale.
Conclusione
Il mobbing rappresenta una grave violazione dei diritti del lavoratore e può dar luogo sia a sanzioni penali che a risarcimenti economici. Se sospetti di essere vittima di comportamenti persecutori sul lavoro, non restare in silenzio: tutelare la tua dignità è un tuo diritto.
👉 Contattaci per una consulenza legale personalizzata.

Commenti