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Mobbing sul lavoro: condotte moleste, responsabilità penale e risarcimento

Aggiornamento: 3 set

Sei vittima di comportamenti ostili e ripetuti sul luogo di lavoro? In questo articolo analizziamo cosa si intende per mobbing, quando è penalmente rilevante e quali sono i diritti del lavoratore, incluso il risarcimento dei danni subiti.


Sommario:

1. Cos’è il mobbing: significato e definizione;

2. Il mobbing secondo la legge: cosa dice l’ordinamento italiano;

3. Quando il mobbing diventa reato;

4. Risarcimento per mobbing: cosa può ottenere il lavoratore;

5. Stalking occupazionale: la nuova frontiera del mobbing



  1. Cos’è il mobbing: significato e definizione


Il termine mobbing deriva dal verbo inglese “to mob” (assalire) e viene usato per descrivere comportamenti vessatori e ripetuti messi in atto all'interno dell'ambiente lavorativo, con l’intento di emarginare o danneggiare psicologicamente un dipendente.


Queste condotte, spesso attuate da superiori o colleghi, mirano a isolare la vittima, screditarla e provocare sofferenze tali da spingerla ad abbandonare il posto di lavoro o a subire gravi danni alla salute.


  1. Il mobbing secondo la legge: cosa dice l’ordinamento italiano


In Italia non esiste una norma penale specifica sul mobbing, ma la giurisprudenza riconosce che una serie di comportamenti molesti, se gravi e sistematici, possono integrare reati già previsti dal Codice Penale, tra cui:


  • Art. 612-bis c.p. – Atti persecutori (stalking)

  • Art. 612 c.p. – Minaccia

  • Art. 572 c.p. – Maltrattamenti contro familiari o conviventi

  • Art. 610 c.p. – Violenza privata

  • Art. 582-590 c.p. – Lesioni personali dolose o colpose


In ambito lavorativo, le condotte mobbizzanti possono quindi costituire reati, a seconda della gravità e delle conseguenze prodotte sulla vittima.ose.


  1. Quando il mobbing diventa reato


Perché una condotta venga qualificata come mobbing rilevante anche sotto il profilo penale e civilistico, devono ricorrere specifici elementi:


  • Comportamenti ostili, reiterati e sistematici, attuati da superiori o colleghi.

  • Danno alla salute psico-fisica, alla dignità o all’integrità morale del lavoratore.

  • Nesso di causalità diretto tra i comportamenti e il danno subito.

  • Intenzionalità persecutoria, ovvero l’obiettivo consapevole di nuocere.


Se questi elementi sono provati, il lavoratore può agire sia in sede penale che civile



  1. Risarcimento per mobbing: cosa può ottenere il lavoratore


Il lavoratore vittima di condotte moleste sul lavoro (mobbing) ha diritto al risarcimento dei danni subiti. Infatti, le condotte mobbizzanti possono dar luogo a profili di responsabilità contrattuale o extracontrattuale.


  1. Stalking occupazionale: la nuova frontiera del mobbing


La Corte di Cassazione ha recentemente riconosciuto che, in alcuni casi, il mobbing può configurare il reato di stalking (art. 612-bis c.p.), definendolo come “stalking occupazionale”.

È il caso in cui:

“Il datore di lavoro attua una strategia persecutoria sistematica, tramite abusi di potere o azioni disciplinari ingiustificate, che causano nella vittima ansia, timore e isolamento, fino a ledere la sua libertà e autodeterminazione.”

In presenza di tali condotte, la vittima può presentare querela e richiedere l’apertura di un procedimento penale.


Conclusione


Il mobbing rappresenta una grave violazione dei diritti del lavoratore e può dar luogo sia a sanzioni penali che a risarcimenti economici. Se sospetti di essere vittima di comportamenti persecutori sul lavoro, non restare in silenzio: tutelare la tua dignità è un tuo diritto.


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Uomo in ufficio vittima di mobbing sul lavoro, circondato da colleghi ostili che lo indicano e bisbigliano, per un'immagine che descrive l'isolamento e l'esclusione professionale.

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